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Vinca major
L
Sinonimi
Vinca grandiflora Salisb.
Vinca ovatifolia Stokes
Vinca pubescens d'Urv.
Tassonomia
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Gentianales
Famiglia: Apocynaceae
Nome italiano
Pervinca maggiore.
Etimologia
Il nome del genere dal latino vincìre = legare,
perché i lunghi stoloni striscianti si intrecciano, fin quasi a legarsi
fra loro, e, giusto intrecciati, nell'antichità se ne facevano ghirlande
con vari significati; major = maggiore, per la
maggiore dimensione della pianta in contrapposizione alla
Vinca minor L.
Descrizione
Pianta erbacea sempreverde, rizomatosa, con lunghi stoloni (fino a oltre 1
m) che formano un intricato tappeto erboso di circa 15-20 cm in altezza,
ed emettono radici ad ogni nodo; gli stoloni fioriferi erbacei si erigono
fino a poter raggiungere l'altezza di 50 cm.
Foglie
Opposte, con lungo picciolo [5-11 (15-16) mm], coriacee, verdi-scure,
lucide e glabre sulla pagina superiore, più chiare e opache in quella
inferiore, glabre o con pelosità solo sul nervo mediano; lamina da
suborbicolare a ovato-lanceolata (2,5-3,5 x 3-6 cm), apice da subacuto ad
acuminato, margine intero e cigliato.
Fiori
Fiori ermafroditi inseriti singolarmente all'ascella delle foglie
superiori con peduncoli di 2-3 cm; calice gamosepalo diviso in 5 lacinie
[lunghe 10-16 (18) mm] lineari-lesiniformi, con ciglia di 0,4-1 mm e 2
piccoli dentelli (all'incirca lunghi quanto le ciglia) nella metà basale;
corolla ipocrateriforme di color azzurro-violetto con anello bianco alla
fauce, a 5 lobi asimmetrici, ristretti gradualmente verso la base,
troncati ed erosi all'apice, tubo lungo fino a 2 cm, diametro della
corolla 4-5 cm; stami 5, inseriti sul tubo corollino; ovario supero
2-carpellare.
Frutti
Il frutto è composto da due follicoli divergenti saldati alla base,
grossolanamente torulosi, e che si aprono lungo la sola linea ventrale di
sutura. Semi bruni.
Periodo di
fioritura
Da marzo-aprile a giugno e in qualche caso, una seconda volta in
settembre-ottobre.
Territorio di
crescita
Specie spontanea dei Paesi europei che si affacciano al Mediterraneo
centro-orientale, dall'ex Jugoslavia, alla Spagna; presente in tutto il
territorio italiano tranne che in Sardegna, avventizia in Valle d'Aosta,
Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Marche e Lazio. Specie
autoctona probabilmente solo nell'Italia centro-meridionale. Ampiamente
coltivata (anche in Sardegna) a fini ornamentali e spesso inselvatichita.
Nelle regioni settentrionali si rinviene raramente lontano dai centri
abitati.
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Habitat
Prati, incolti, terreni e giardini abbandonati, boschi di latifoglie
soprattutto di querce. 0-800 m.
Somiglianze e
varietà
-
Vinca difformis Pourr. subsp.
difformis ha corolla blu-pallida di dimensioni leggermente
inferiori (Ø 3-4,5 cm), margine delle foglie e delle lacinie calicine
non ciliato. E' poco comune, presente in alcune Regioni
centro-meridionali, nel nord solo in Liguria;
-
Vinca difformis Pourr. subsp.
sardoa Stearn [= V. sardoa (Stearn) Pign.], ha
foglie ovato-acuminate, scabre e brevemente ciliate sul margine, denti
del calice lesiniformi con ciglia di lunghezza < 0,2 mm; corolla di
grandi dimensioni (sempre > 5 cm); endemica della Sardegna.
-
Vinca minor L., con corolla molto piccola (Ø <
3cm), calice con lobi lanceolati più brevi rispetto a V.
major (3-5 mm) e senza ciglia, foglie ellittiche o
ellittico-lanceolate non ciliate sul margine; diffusa in tutto il
territorio italiano ad esclusione della Sardegna.
Specie protetta
L. R. 24/01/1977, n. 2 Emilia Romagna, "Provvedimenti per la salvaguardia
della Flora regionale (...)", vd. art. 4 (sono protette tutte le
Vinca sp. pl.).
Costituenti
chimici
Tannini, fitosteroli, gli alcaloidi vincamina e pervincina, carotenoidi,
acido idrossidobenzoico, ursolico e caffeico, vincamone, eburnamonina,
eterosidi flavonoidici, triterpeni, steroli, tannini.
La pianta contiene anche modeste quantità degli alcaloidi indolici
vincristina e vinblastina, dotati di azione antitumorale.
Uso Alimentare
Non si conoscono usi alimentari per questa entità, che rientra nella lista
del Ministero della Salute delle specie non ammesse ad essere impiegate
come integratori alimentari.
Uso Cosmetologico
Le foglie hanno una blanda attività antinfiammatoria e possono essere
utilizzate per eczemi, foruncoli e nelle dermatosi. Un infuso di foglie,
nell’acqua del bagno o come impacco da applicare sul viso, ha un effetto
calmante su pelli delicate ed irritabili.
Uso Farmacologico
In medicina ufficiale trova applicazioni nelle affezioni vascolari che
limitano l’afflusso del sangue al cervello e nei casi di Diarrea,
Epistassi, Ferite, Ipertensione, Tonsillite, Leucemia.
E' stata usata in passato per diminuire la portata lattea, ma attualmente
viene sconsigliata per i possibili effetti tossici per il lattante. Questa
specie ha di recente assunto importanza come pianta medicinale, utilizzata
dall'industria farmaceutica per preparati ipotensivi e ricostituenti.
Vincristina e vinblastina (ricavate per lo più dalla congenere
Vinca rosea) sono utilizzate come potenti
chemioterapici antitumorali, con effetti collaterali di notevole
intensità, che richiedono il rigoroso rispetto dei protocolli di
somministrazione, data la possibilità di decesso del paziente in caso di
sovradosaggio.
Tutti i
trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto
stretto e diretto controllo medico.
Medicina
alternativa e Curiosità
La pianta è sedativa e tonica. E’ stata usata nella medicina erboristica
per trattare l’arteriosclerosi e la demenza dovuta ad insufficiente
apporto di ossigeno al cervello. Le foglie sono detergenti, stomachiche e
contengono un principio amaro. Per uso interno vengono usate nel
trattamento di emorragie interne, mestruazioni troppo abbondanti ed
epistassi (sangue al naso). Se schiacciate ed applicate sulle ferite hanno
proprietà astringenti e curative. Dalle foglie in infuso si ricava un
colluttorio utile nelle gengiviti, mal di gola ed ulcere del cavo orale.
Le radici, raccolte in autunno e seccate per i successivi utilizzi, hanno
proprietà antispastiche ed ipotensive e sono state utilizzate per
abbassare la pressione sanguigna. I fiori freschi hanno un effetto
blandamente purgativo ma, una volta seccati, perdono questa proprietà.
Dalle foglie si ricava anche un rimedio omeopatico, usato per trattare le
emorragie.
L’uso della pianta è controindicato in gravidanza ed allattamento perché
esercita attività galattofuga (arresta la secrezione lattea). Si usa per
via orale o per mezzo di impacchi sul seno in caso di mastite o per
sospendere l’allattamento.
Note
La propensione a formare un intricato tappeto di radici, rende questa
pianta in grado di trattenere lo strato superficiale dei terreni nei
pendii.
La pervinca è considerata una pianta tossica per il suo contenuto in
vincristina, un alcaloide indolico. In caso di assunzione di parti della
pianta i sintomi precoci compaiono entro le 24 ore e sono a carico
dell’apparato digerente, con nausea, vomito e febbre; quelli tardivi, dopo
una settimana, si evolvono in cefalea, insonnia, delirio, allucinazioni,
neuropatie, convulsioni e coma.
Anche i greci riconoscevano come velenose tutte le specie del genere
Vinca. Il nome della famiglia, Apocynaceae, è dato
dal genere Apocynum (le cui relative specie non sono
presenti allo stato spontaneo in Italia), che deriva dal prefisso greco
ἀπὸ (apo) = lontano da e κύων (kyon) = cane, perché, secondo Dioscoride,
essendo tali specie velenose per i cani, questi se ne tenevano alla larga.
Curiosità: ai fiori della pervinca, e alle sue foglie sempreverdi, è
associato il concetto di fedeltà in amicizia e di tenacia del ricordo:
regalare la pervinca significa volontà di lasciare e conservare il ricordo
di sé o dell'amato. Era ritenuta simbolo di verginità, ed era usanza
spargerne i fiori davanti agli sposi e disporre quattro piccoli mazzetti
agli angoli del letto coniugale.
Il nome del genere deriva dal verbo latino vincìre =
legare, in riferimento al suo avvincersi al terreno. Questa caratteristica
la ha fatta, in passato, divenire simbolo di fedeltà ed amicizia duratura
ed è stata usata anche per preparare filtri d’amore.
Per il fatto che le Vinca sp. siano piante
sempreverdi, nonché per la bellezza della loro durevole fioritura, veniva
loro attribuito anche il simbolo dell'immortalità dell'anima, e, forse per
tale motivo, nel Medioevo, in Inghilterra, con le ghirlande intrecciate
coi loro fuscelli si ornava il capo dei prigionieri condannati a morte
quando venivano condotti sul patibolo.
Fiore preferito da Jean Jacques Rosseau, è l’emblema di Ginevra, la famosa
città svizzera.
Foto riprese sul Monte
Ricco
- Colli Euganei
Fonti: Wikipedia - sito
www.uniud.it |
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