Ruta Patavina  

Trifolium rubens

   

 

 

 

 

 



 


 


Trifolium rubens L.


Famiglia: Leguminose
Nomi volgari: Trifoglio rosseggiante
Etimologia: il nome generico dal latino “tri” = “tre” e “folium” = “foglia”, con riferimento alle foglie ternate, il nome specifico per il colore del fiore.

Morfologia:
pianta perenne, di aspetto erbaceo, rizomatosa, fusti eretti semplici o poco ramosi, lievemente vellutati e angolosi. Altezza 20-60 cm.
Le foglie cauline sono alterne, le inferiori sono lungamente picciolate e munite di stipole ovali e lanceolate, le superiori con corto picciolo, acuminate all'apice, quasi sessili ternate. Le foglioline sono sessili, ovali, intere con bordo finemente dentato e presentano nervature ramificato-reticolate. La pagina superiore glabra, quella inferiore vellutata, sovente macchiate di bianco o marrone.
All’ascella delle foglie nascono 1-4 capolini sferici o ovali, sessili o con corto picciolo.
I capolini sono composti da 30-60 fiori sessili. Il calice con 20 nervature, è coperto da corti peli, la corolla è rosso porpora o rosa malva, più raramente bianca.
I frutti sono acheni.

Distribuzione – habitat – fioritura:
specie di origine centro-europea, in Italia è comune, pare essere assente nelle isole e in Calabria.
Fiorisce al margine dei boschi, da maggio ad agosto sino a 1.500 m.

Proprietà ed usi:
pianta antinfiammatoria ed espettorante.
L’infusione è utile per combattere la raucedine e curare l’infiammazione bronchiale. É un rimedio espettorante. L’infusione dei gambi è utile per combattere le diarree e in caso di disturbi digestivi.
Come collutorio per combattere le infiammazioni del cavo orale, nell’acqua del bagno per combattere le infiammazioni della pelle.
Abbondantemente coltivato come pianta foraggera

Note.
non è facile classificare i trifogli, secondo il Pignatti, per una corretta determinazione del genere Trifolium: “
il calice andrebbe esaminato con una buona lente per contarne le nervature. Nei limiti del possibile il calice andrebbe studiato anche su capolini completamente fruttificati, onde apprezzarne le trasformazioni dopo la fecondazione. Forma e dimensione delle foglie e così pure le frequenti variegature di esse sono in generale caratteri variabili, di scarso valore tassonomico." (Tratto da S. Pignatti: "Flora d'Italia", 1982

)Foto riprese sul Monte Ceva - Colli Euganei

Fonti: Wikipedia