Ruta Patavina  

Sambucus nigra

   


 

 

 

 

 

 



 


 


Sambucus nigra
L.

Sinonimi
Sambucus laciniata Miller
Sambucus nigra var. laciniata L.
Sambucus virescens Desf.

Tassonomia
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnpliopsida
Ordine: Dipsacales
Famiglia: Caprifoliaceae

Nome italiano
Sambuco, Sambuco nero, Sambuco nostrale, Sambucus arboreo.
Nomi locali: Lombardia Sambüch, Schitac; Emilia Zambuch; Abruzzo: Zammuco ; Lazio Sambuco puzzoloso; Liguria Sambugu; Campania Savuco; Sicilia Savuco di gai; Calabria Savuco ; Marche Savuchi; Sardegna Sambucu mascu, Saùcu, Savùcu; Veneto Sango, Sambugar ; Piemonte Sureau.

Etimologia
Il termine latino di genere Sambucus sembra tragga origine da Sambuca (che a sua volta deriva dal greco sambychè): questo era un antico strumento musicale a corde, simile alla odierna arpa, che veniva fabbricato utilizzando il legno di questa pianta;
il termine latino di specie nigra = nera (Sambucus è di genere femminile) per il colore nero dei frutti.

Descrizione
Pianta caducifolia dal portamento spesso arbustivo e a chioma espansa, che supera raramente i 7÷9 metri di altezza; fusto generalmente poco allungato e ± eretto; rami e corteccia verdastri e con superficie verrucosa (lenticelle) in età giovanile, successivamente grigio-brunastri con supeficie solcata e di consistenza che ricorda quella del sughero; il midollo è molto ampio, ha consistenza spugnosa ed è biancastro.
Tutta la pianta emana un odore intenso penetrante, spesso sgradevole.

Foglie
Imparipennate (in genere con 5-:-7 folgioline) ed opposte, picciolate, con presenza di stipole di dimensioni molto ridotte, picciolo e rachide foliare costoluti, assieme alla nervatura principale sono di colore verde, all'incirca della stessa tonalità delle foglioline; ciascuna fogliolina ha lamina ellittico-ovale di colore verde-carico nella pagina superiore, più chiare in quella inferiore, apice acuminato, margine regolarmente seghettato, almeno nella porzione apicale.

Fiori
Riuniti in grandi e vistose ombrelle di corimbi (cioè ciascuna infiorescenza è composta da un numero variabile di corimbi i cui rachidi si dipartono da una comune base) e poste in posizione apicale sui rami, i fiori sono minuti, hanno calice verde, gamosepalo all'incirca tronco-conico, con 5 denti triangolari e eretto-patenti (ipocrateriforme); corolla gamopetala di colore da bianco-panna a giallastro, all'incirca della stessa forma del calice, ma con tubo meno allungato e con 5 lobi patenti e ottusi; androceo composto da 5 stami liberi, filamenti biancastri e antere giallastre; gineceo con ovario tricarpellare (raramente 4-carpellare), lo stilo è assente, e quindi lo stimma, che è diviso in 3 lobi, poggia direttamente sull'ovario (è sessile). Il nettare ha un forte odore, quasi nauseante, che attira una moltitudine di insetti, in particolare maggiolini.

Frutti
I corimbi che portano i fiori e, successivamente, i frutti, che sono delle drupe, diventano penduli per il loro peso; queste sono subsferiche, succose, agrodolci, di colore prima verdastro, quindi rossastro, e, a maturazione, nero-lucido con toni violacei; all'interno presentano 3 (raramente 4) logge, ciascuna contenente un unico seme.

Periodo di fioritura
La fioritura (antesi) avviene da (Marzo) Aprile a Giugno, compatibilmente con le condizioni geoclimatiche.

Territorio di crescita
Specie spontanea dell'Europa centro-meridionale, fino al Caucaso, ai confini occidentali della Siria e settentrionali dell'Iraq; in Nordafrica e Macaronesia vi è stata verosimilmente introdotta. Presente allo stato spontaneo in tutte le Regioni italiane.

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Habitat
Amante dei luoghi incolti ed umidi, è comunissima lungo i fossi, ai lati delle strade, nelle siepi; specie pollonifera, è pronta ad occupare terreni dismessi, ruderi anche a ridosso di muri e tra le macerie, dove si espande rapidamente. Vegeta dal livello del mare fino a 1500 metri di quota.

Somiglianze e varietà
Altre specie di questo genere sono:
Sambucus ebulus (Ebbio): pianta erbacea che raggiunge circa 1,5 metri di altezza, possiede un apparato radicale costituito da rizomi ben sviluppati e striscianti; infiorescenze e frutti in corimbi apicali difficilmente penduli,foglie con 5-:-9 segmenti, lamine affusolate ed appuntite con la pagina inferiore pubescente; fiori in corimbi a corolla bianco rosata ed antere viola.
Sambucus racemosa (Sambuco rosso): arbusto che difficilmente raggiunge 3 metri di altezza; foglie composte da 3-:-7 foglioline strette, densamente dentate ed acuminate; fiori in vistose pannocchie bianco-verdastre o con toni giallastri; frutti di colore rosso lucente, crescita più montana.

Specie protetta
Non risultano norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta.

Costituenti chimici
I principali sono: olio volatile, flavonoidi, rutina, vitamina C, il glicoside cianogeno sambunigrina, amigdalina, acido malico, vitamina B, colina, acido acetico, cloruro di potassio, solfato di potassio, fosfato di magnesio fosfato di calcio, nitrato di potassio.

Uso Alimentare.
I frutti vengono consumati crudi, cotti e disseccati. L’aroma dei frutti freschi non è gradito a tutti ma, cuocendoli, si ottengono deliziose marmellate e dolci di vario genere. I frutti sono anche utilizzati per dare un tocco di colore a conserve, salse, gelatine e per fare un vino frizzante. I fiori hanno un profumo ed un aroma che può ricordare il moscatello: immergendoli per qualche ora nell’acqua, con aggiunta di limone e zucchero, si ottiene una bibita rinfrescante per le giornate calde. Sempre coi fiori freschi si possono fare frittelle dolci e salate o, dopo averli seccati, ricavarne un tea dal sapore gradevole. Le foglie sono utilizzate per dare una colorazione verde ad oli e grassi per uso alimentare.
I frutti, quando sono ancora acerbi contengono, come tutte le parti verdi della pianta, il glicoside cianogeno sambunigrina, che per idrolisi produce acido cianidrico ed ha quindi un certo grado di tossicità. Tuttavia questa tossicità è più che altro teorica, poiché il contenuto di questa sostanza nella pianta è basso e solo un dosaggio eccessivo della scorza può effettivamente provocare vomito e spasmi intestinali.

Uso cosmetologico
Un infuso di fiori costituisce una valida lozione addolcente e sbiancante per la pelle del viso e, messo nell’acqua del bagno, del corpo. Inoltre, come compressa o impacco, ha anche un effetto antirughe. Un tea di fiori di sambuco è un piacevole tonico da usarsi dopo la doccia.
In campo fitocosmetico, con i principi estratti dai fiori, si ottengono lozioni e maschere astringenti, decongestionanti, emollienti e utili a normalizzare la secrezione sebacea.
Le bacche, ai vecchi tempi, venivano utilizzate per dare un colore nero alla capigliatura.

Uso Farmacologico
I principi attivi contenuti nella pianta sono efficaci principalmente a livello degli organi respiratori.
La ricerca fitofarmacologica ha evidenziato che l’estratto ricavato dalle foglie ha capacità inibitorie rispetto al virus dell’Influenza ed a quello dell’Herpes simplex. Sono inoltre in corso studi per stabilire l’efficacia di alcuni prodotti derivati da Sambucus nigra come potenziali agenti antivirali, in particolare sulle affezioni causate da retrovirus, ivi inclusa la Simdrome Da Immunodeficenza Acquisita.
Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo medico.

Medicina alternativa e Curiosità
Il Sambuco, ha una lunga storia come pianta medicinale, sia nell’uso casalingo che in erboristeria. E’ a questo che si deve il suo soprannome in lingua inglese 'the medicine chest of country people' ( la cassetta dei medicinali della gente di campagna).
L’erboristeria moderna impiega principalmente i fiori ma, nel corso del tempo, si è fatto uso medicinale di tutte le parti della pianta.
Dalla verde corteccia interna delle giovani piante si ricava una pomata emolliente. Se raccolta in autunno ed essiccata al sole, è invece diuretica, fortemente purgativa e, in dosi consistenti, emetica: viene utilizzata nel trattamento della stipsi e delle artriti. Le foglie possono essere usate sia fresche che secche: possiedono proprietà purgative, diuretiche, espettoranti ed emostatiche. Anche dalle foglie si può ricavare un unguento emolliente, che viene utilizzato nel trattamento di contusioni, slogature, geloni, ferite ecc. I fiori secchi sono diuretici, diaforetici ( favoriscono la sudorazione ), espettoranti e stimolano la montata lattea; l’infuso da essi ricavato è assai efficace nei dolori toracici causati dalla bronchite e costituisce anche un ottimo tonico primaverile, purificante del sangue.
I frutti sono depurativi, diaforetici e blandamente lassativi. Il tea ricavato dalle bacche secche sembra essere un buon rimedio per coliche e diarrea.
Dalla corteccia interna fresca dei rami giovani si ricava un rimedio omeopatico per dare sollievo ai sintomi dell’asma e dello pseudocroup infantile.

Nel folklore i alcuni paesi europei il legno di Sambuco veniva utilizzato per respingere i demoni. In Inghilterra se ne piantava un esemplare vicino alle abitazioni, come protezione contro le streghe, oppure si ponevano dei ramoscelli, raccolti l’ultimo giorno di aprile, sopra le finestre, sempre per tener lontane le streghe.
Nei tarocchi la pianta è associata ad uno degli Arcani Maggiori: la Luna.

Note
Pianta estremamente rustica, viene spesso utilizzata per rinaturalizzare terreni poveri e degradati.
Il legno viene utilizzato per la costruzioni di piccoli oggetti ed attrezzi.
La pianta è una buona aggiunta al compost e le radici ne accrescono il processo di fermentazione quando l’albero sia piantato vicino ad esso.
La polpa bluastra delle bacche può essere usata come una sorta di cartina tornasole per stabilire se una soluzione sia acida o alcalina: immersa in una soluzione alcalina diventa verde, rossa in una acida.
Varie parti della pianta possono essere usate come coloranti, per ottenere sfumature dal verde al porpora; fino a qualche decennio fa si utilizzava il liquido dei frutti per ricavarne inchiostro.

 

Foto riprese sul Monte Cinto - Colli Euganei

Fonti: Wikipedia - sito www.funghiitaliani.it