Ruta Patavina  

Primula veris

   

 

 

 

 

 

 

 

 



 


 

 

La Primula odorosa (nome scientifico Primula veris, L., 1753) è una pianta erbacea che cresce spontaneamente nei prati e nei boschi appartenente alla famiglia delle Primulaceae.

Sistematica

La Primula veris appartiene al genere (Primula) il quale comprende circa 500 specie. Anche la famiglia di appartenenza (Primulaceae) è ampia e comprende 12 generi (anche se alcuni studiosi arrivano a descriverne fino a 28), diffusi quasi esclusivamente nella zona temperata boreale.
Dato il grande numero di
specie del genere Primula, questo viene suddiviso in trentasette sezioni. La specie di questa scheda appartiene alla sezione Vernales caratterizzata dall'avere foglie membranacee, rugose e gradualmente ristrette verso la base e con fiori sempre peduncolati.

Specie simili

Etimologia

Il nome del genere (“Primula”) deriva da una antica locuzione italiana che significa fior di primavera (e prima ancora potrebbe derivare dal latino primus). All'inizio del Rinascimento questo termine indicava indifferentemente qualsiasi fiore che sbocciasse appena finito l'inverno, ad esempio così si indicavano le primaverili margheritine (Bellis perennis – Pratolina). In seguito però il significato si restrinse come nome specifico (nel parlare corrente) alla pianta di questa scheda (chiamata alla fine “Primula comune”), e come nome dell'intero genere nei trattati botanici. Nella letteratura scientifica uno dei primi botanici a usare il nome di “Primula” per questi fiori fu P.A. Matthioli (1500 – 1577), medico e botanico di Siena, famoso fra l'altro per avere fatto degli studi su Dioscoride, e per aver scritto una delle prime opere botaniche moderne. Nome confermato nel XVII secolo anche dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (5 giugno 1656 — 28 dicembre 1708) al quale normalmente si attribuisce la fondazione di questo genere[1].
Per il nome specifico (“veris”) l'
etimologia è molto incerta, alcuni testi lo traducono più o meno con vera primavera. Il nome comune (Primula odorosa) indica che i fiori di questa specie sono profumati.
L'attuale
binomio scientifico ("Primula veris") è stato definito dal botanico Carl von Linné (biologo e scrittore svedese, Rashult, 23 maggio 1707 – Uppsala, 10 gennaio 1778) nella sua pubblicazione Species Plantarum del 1753.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Gewönhnliche Frühlings-Schlüsselblume; in francese si chiama Primevère officinale oppure Primevère du rpintemps; in inglese si chiama Cowslip.

Morfologia

È una pianta erbacea, perenne e rizomatosama un po' gracile. La fioritura è unica nel corso dell'anno (sono piante “monocarpiche” = un solo frutto nell'arco della stagione). L'altezza varia da 15 a 25 cm. La forma biologica è del tipo emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, con foglie disposte a formare una rosetta basale.

Radici

Le radici sono secondarie da rizoma e di aspetto consistente.

Fusto

  • Parte ipogea: la parte ipogea del fusto consiste in un breve rizoma obliquo o anche sub-orizzontale, può essere inoltre lievemente arcuato e della lunghezza di 2 – 3 cm.

  • Parte epigea: la parte aerea consiste in un sottile scapo infiorescenziale cilindrico, eretto e lungo al massimo 12 - 22 cm. Lo scapo si erge in posizione ascellare rispetto alla rosetta basale. È inoltre afillo e indiviso.

Foglie

Le foglie sono spiralate in rosetta (sono presenti solo le foglie basali o radicali) con picciolo. La forma è ovato-oblunga, ristretta alla base (la lamina termina bruscamente sul picciolo che in questo caso risulta ben distino dalla foglia), e con bordo irregolarmente dentato; il colore è verde scuro e sono pubescenti (quasi vellutate) sulla pagina superiore e più chiare su quella inferiore. La superficie è rugosa-reticolata quasi bollosa (i nervi principali sono infossati nel parenchima). Lunghezza del picciolo : 3 – 8 cm. Dimensione delle foglie : larghezza 3 – 5 cm; lunghezza 5 – 8 cm.

Infiorescenza

L'infiorescenza è formata da uno scapo floreale, più lungo delle foglie con all'apice una stretta ombrella di fiori (da 5 a 15), ognuno con un suo peduncolo, spesso reclinati (quasi penduli), grandi, di colore giallo-dorato o bianco (più raramente) o rosso (ancora più raramente) marcati da 5 macchie aranciate poste alle fauci della corolla in corrispondenza dei 5 petali. Lunghezza del peduncolo : 5 – 20 mm.

Fiore

I fiori imbutiformi, sono ermafroditi, attinomorfi, tetraciclici (hanno i 4 verticilli fondamentali delle Angiosperme : calice corolla androceo gineceo) e pentameri (calice e corolla divisi in 5 parti). All'interno del fiore (alla base e attorno al pistillo) è presente del nettare. I suoi fiori sono inoltre profumati.

  • Calice: il calice (gamosepalo) è a forma tubulosa, rigonfio nella parte centrale ed è molto più largo del tubo corollino. È diviso in cinque denti (prolungamento dei sepali) lunghi quanto larghi saldati al tubo. Il tubo è segnato da 5 spigoli acuti (ha quindi una sezione angolosa) in corrispondenza dei sepali (lo spigolo è sorretto da un lungo nervo che termina all'apice del dente). Dimensioni del calice : larghezza 4 – 5 mm; lunghezza 8 – 10 mm. Dimensione dei denti triangolari-acuti : larghezza 2,5 – 3,5 mm; lunghezza 2 – 3 mm.

  • Corolla: la corolla (gamopetala) è a forma campanulata a 5 lobi petaliformi eretto-patenti. La corolla è “ipogina”, ossia i petali sono inseriti sul ricettacolo al di sotto dell'ovario. La parte interna della corolla è cilindrica con un diametro molto più piccolo del diametro del calice che la contiene. Diametro del tubo corollino : 1 -2 mm. Diametro della massima apertura della corolla : 10 – 13 mm.

  • Androceo: gli stami sono 5 con brevi filamenti (non sporgono dalla corolla). Gli stami sono “epipetali” ossia sono inseriti direttamente nella corolla, (in posizione opposta ai petali) in alcuni casi, circa a metà del tubo corollino : in questo caso sono inclusi; in altri casi sono inseriti all'altezza della sommità della corolla (appena sotto le fauci) e in questo caso non sono inclusi ma sporgono dalle fauci.

  • Gineceo: l' ovario è supero, uniloculare, formato da 5 carpelli saldati, con numerosi ovuli. La placenta è “assile” (o centrale), ossia attraversa diametralmente il pericarpo. Lo stilo è lungo e si affaccia alle fauci se gli stami sono inclusi nel tubo corollino (e quindi sono in posizione bassa), altrimenti è più corto e rimane chiuso nel tubo corollino con lo stigma capitato localizzato quindi a metà corolla circa. Questo dimorfismo (“brevistilo” e “longistilo” nella stessa specie chiamato “eterostilia”) fu studiato dal Darwin e viene considerato uno degli aspetti più interessanti di questa specie (e di altre dello stesso genere). Questa proprietà impedisce una fecondazione “autogama” (o autoimpollinazione), mentre favorisce una fecondazione entomofila (e quindi più efficiente da un punto di vista genetico) da parte degli insetti. In effetti si riscontra che l'impollinazione tra individui con lo stesso tipo di “eterostilia” è inefficace. È interessante rilevare inoltre che in una stessa popolazione le due caratteristiche sono presenti ognuna esattamente con il 50% degli individui[3].

Frutti

Il frutto è una capsula uniloculare, oblunga e deiscente alla sommità per 5-10 denti. È racchiusa dal calice che è persistente. L'interno contiene numerosi semi appiattiti di colore brunastro che maturano fra luglio e agosto. Lunghezza del frutto : 5 – 10 mm.

Distribuzione e habitat

Sul territorio italiano questa specie è abbastanza comune al nord e al centro (ma è assente al sud e nelle isole); fuori dall'Italia è comune sia in Europa che in Asia. In genere l'habitat preferito sono i prati e boschi aridi; mentre il substrato è calcareo (ma anche calcare-siliceo) con pH del suolo basico e bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido. Dal punto di vista altitudinale queste piante si possono trovare dal piano fino a 2300 m s.l.m., quindi frequentano i seguenti piani vegetazionali : collinare, montano e subalpino.

Foto riprese sui Colli Berici
da Paola Polato

Fonti: Wikipedia