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Rhamnaceae
Paliurus spina-christi
Miller
=(Paliurus australis Gaertner)
Marruca
Forma biologica : P caesp. Fanerofite
cespugliose. Piante legnose con portamento cespuglioso
Descrizione : arbusto, molto ramificato, alto
1-4 m. a corteccia bruno-rossastra con rami più o meno arcuati flessibili
con spine appaiate una piana e una curva , lunghe 5-8 mm,. rigide ed
acutissime.
Foglie ovali picciolate, alterne, glabre
coriacee, molto brillanti, a margine intero o poco dentato, lunghe 20-40
mm., in genere a 3 nervi, di rado 5, convergenti verso l’apice.
Infiorescenze piccole ascellari, di un color
giallo-verdastro, a 5 petali, 5 sepali e 3 stili, ermafroditi, in cime
corimbose.
Frutto: samare a forma di disco, che
contengono una piccolo seme legnoso, circondate da un ala al margine di
ca. 3 cm, maturano settembre-ottobre.
Fioritura: maggio-giugno
Distribuzione in Italia : In tutto il
territorio, esclusa la regione Calabria ed isole.
Habitat: in zone collinari su pendii
assolati, ma su terreni freschi anche argillosi , formanti cespugli, siepi
e barriere lungo il perimetro di fossati.
Curiosità : secondo la
leggenda i suoi rami furono usati per intrecciare la corona di spine che
misero sul capo di Cristo, durante la crocifissione, onde anche il nome
“spina-christi”
Usi: In fitoterapia i suoi
frutti usati in infusione hanno proprietà diuretiche, depurative
esercitano azione benefica per l’ eliminazione degli acidi urici.
In cosmesi si ottengono preparati per il trattamento di pelli grasse.
Il frutto è commestibile ed ha un sapore acidulo, che richiama quello
della mela essiccata.
I frutti tostati e macinati servono anche come surrogato del caffè.
E’ anche una discreta pianta mellifera.
Impieghi : in passato le
siepi di questo arbusto erano impenetrabili e venivano usate quali sistemi
anti-intrusione per cascinali e ville di campagna e come barriere, quale
recinzioni naturali per bestiame e greggi impedendo così l’accesso ai
campi coltivati.
Foto
riprese sul Monte Cinto - M. Cecilia - Colli Euganei
da Renato Trevisan
Fonti:
Wikipedia - sito www.funghiitaliani.it
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