|
Sinonimi
Ligustrum insulare Decne.
Ligustrum insulense Decne
Ligustrum occidentale Gand.
Ligustrum italicum Mill.
Olea humilis Salisb.
Tassonomia
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Lamiales
Famiglia: Oleaceae
Nome italiano
Ligustro, Ligustro comune, Levistico, Ischio.
Nomi locali: Listru, Canastrel, Sanguin, Spuzzei, Ciarvel, Cabross,
Lamitra, Ruvistico, Fior di S.Giuseppe, Mimmolo, Aulivella, Milvella,
Listimu, Ligustrello, Olivel.
Etimologia
- Ligustrum: dal Latino "ligare" = legare, per l'uso che se ne
faceva in campagna; alcuni attribuiscono l'origine al latino "ligustia"
antico nome della Liguria, dove era molto diffuso;
- vulgare dal latino vulgaris = comune, per la diffusione.
Descrizione
Arbusto rizomatoso e pollonifero, munito di un apparato radicale molto
esteso e poco profondo; talvolta ha la forma di un piccolo albero che
raramente supera l'altezza di 4 ÷ 5 metri; nelle regioni più fredde è
pianta caducifolia, mentre in climi più temperati tende a conservare le
foglie almeno fino all'emissione delle nuove; rami opposti e molto fitti;
corteccia grigio verdastra, ricoperta da una patina prima pruinosa e
successivamente suberosa; questa patina, dove manca, mette in evidenza
delle zone verde-lucido; presenza di rade lenticelle biancastre
orizzontali di forma ellittica.
Foglie
Lamine con breve picciolo, opposte e decussate, ovoidali alla base e
maggiormente lanceolate verso l'apice; la pagina superiore è piuttosto
lucida e di colore verde intenso mentre quella inferiore è opaca e più
chiara; il margine è continuo, liscio.
Fiori
Ermafroditi e dal profumo intenso, sono riuniti in infiorescenze a forma
di piccole pannocchie, poste all'apice dei rami; fiori con 4 piccoli
petali di colore bianco opaco, calice tubolare, corolla imbutiforme con
due pistilli ed 1 stame bianchi, antere gialle.
Frutti
Bacche a maturità nero-violacee, ± tondeggianti, del diametro massimo di
mm 8; tossiche, presentano un gusto sgradevole che le rende non appetibili
agli esseri umani, anche se gradite dagli uccelli; il periodo di
maturazione è autunnale, in Ottobre-Novembre.
Periodo di fioritura
Antesi da Aprile fino a Giugno, a seconda del clima.
Territorio di crescita
Comune in tutte le regioni, poco comune e naturalizzata in Campania,
assente in Sardegna; cresce dal piano, alla montagna, superando raramente
metri 1200 di altitudine.
Habitat
Comune in posizioni ben esposte, pur non disdegnando anche le zone
ombrose, dal piano alla zona submontana; lo si trova nelle radure
boschive, spesso associato a roverella, oppure lungo le siepi o nelle
scarpate, spesso associato a viburno, prugnoli, cornioli, ornielli, olmi.
Somiglianze e varietà
L. vulgare è l'unica specie che cresce spontanea in Italia; altre
specie sono naturalizzate:
L. lucidum Mill. è un sempreverde con le foglie acuminate.
L. japonicum Thumb. è sempreverde, con foglie obovate, piccole,
scure e giallastre nella pagina inferiore.
L. ovalifolium Hassk.ha foglie ovate, giallastre nella pagina
inferiore ed odore nauseante.
Specie protetta
Non risultano norme a carattere generale, regionale, locale, che
proteggano questa pianta.
Costituenti chimici
Acido behenico, ligustrone, malvidina, mannitolo, resina, acido siringico,
siringina, tannino, zuccheri.
Uso Alimentare
Non sono conosciuti usi alimentari per questa pianta, che contiene un
glucoside velenoso. Tuttavia i casi di avvelenamento sono rari in quanto i
frutti hanno un gusto spiacevole per l’uomo anche se merli, tordi e altri
uccelli ne sono ghiotti, mentre le foglie sono ricercate dagli animali che
pascolano.
Uso Cosmetologico
Da fiori e foglie si può ricavare una lozione che ha proprietà astringenti
e dermopurificanti.
Uso Farmacologico
Alcuni dei componenti chimici di L. vulgare ( mannitolo, acido siringico,
siringina e tannino) hanno attività biologica e possiedono proprietà
astringenti, detergenti, lassative, vulnerarie e antiossidanti.
Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti
sotto stretto e diretto controllo medico.
Medicina alternativa e Curiosità
Nella medicina popolare sia foglie che fiori, colti a maggio-giugno,
vengono utilizzati per le loro proprietà astringenti ed anti leucorroiche.
L’infuso, ricavato dai fiori, è un valido colluttorio.
I frutti, che in piccola quantità hanno un effetto lassativo, in grandi
quantità risultano tossici. Dalla corteccia, colta in autunno ed
essiccata, si può ricavare un infuso da usarsi come tonico stomachico.
Nel passato il ligustro ha rivestito un ruolo di una certa importanza
nella fabbricazione di inchiostri e per intensificare la tonalità di
colore del vino. Il carbone che si ricava dal legno è adatto alla
preparazione della polvere da sparo.
Fior di ligustro indica giovinezza nel linguaggio dei fiori mentre, nel
linguaggio poetico, è simbolo del colore bianco e del candore.
Note
I rami del Ligustro, al pari di quelli del salice, venivano utilizzati in
passato per effettuare legature nelle vigne, negli orti ecc., ma anche per
realizzare ceste, canestri ed impieghi nei quali fosse necessario disporre
di materiale flessibile.
Il carbone ricavato dal legno, opportunamente trattato, è utilizzato nelle
miscele delle polveri da sparo.
Foto riprese sul Monte Cecilia
- Colli Euganei
da Renato Trevisan
Informazioni ricavate dal
sito www.funghiitaliani.it |
|