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Il Campanellino
(Leucojum vernum,
L.
1753)
è una
pianta perenne, erbacea ed eretta della
famiglia delle
Amaryllidaceae.
Sistematica
Leucojum
è un piccolo
genere con circa 10 – 20 o più
specie
(a seconda delle varie classificazioni), tutte molto precoci nel fiorire a
Primavera, delle quali cinque appartengono alla flora spontanea del nostro
territorio.
La
classificazione tassonomica di questo gruppo di
piante ha subito alcune modifiche nel corso del tempo. Nella scheda
relativa al
genere (Leucojum)
sono spiegati i motivi di queste riclassificazioni.
Etimologia
Il nome
del genere (“leucojum”) deriva da due parole greche: “leukòs” = bianco e
“ion” = viola. Probabilmente si fa riferimento sia al colore bianco del
fiore che alla profumazione. Quello specifico (“vernum” = primaverile)
deriva dal periodo tipico di prima fioritura (fine inverno – inizio
primavera).
Morfologia
La
forma biologica della pianta è
geofita bulbosa (G bulb): sono piante
provviste di
bulbo
(è l'organo perennante) dal quale, ad ogni nuova stagione, nascono foglie
e fiori. L'altezza della pianta può arrivare fino a 30 cm (altezza media
15 cm) ed è
glabra.
La
forma di crescita può essere definita come
cespitosa-bulbosa: il
bulbo
annualmente ingrossandosi forma, alla periferia dello stesso, nuovi
bulbilli
di rinnovazione disfacendosi naturalmente di quelli vecchi.
La
Radice è del tipo
fascicolato generata dalla parte inferiore del
bulbo.
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Parte
ipogea: la parte ipogea del fusto è un
bulbo
di forma subsferica avvolto da varie
tuniche
biancastre. Dimensioni del
bulbo:
12 – 30 mm di diametro.
-
Parte
epigea: la parte epigea del fusto è uno scapo
fiorale
fistoloso, compresso-trigono con una
brattea
apicale (spata
ad una sola valva); la parte inferiore di questa parte del fusto (ma
anche quella inferiore delle foglie) è avvolta da una guaina biancastra
traslucida molto aderente e poco visibile. Dimensione della guaina: 3 –
5 cm.
Le
foglie (tutte
basali e
amplessicauli) sono lineari (nastriformi),
carnose e lunghe poco meno del fusto. La lamina fogliare è canalicolata
longitudinalmente e di colore verde scuro sulla pagina superiore.
Dimensioni delle foglie: lunghezza 10 cm; larghezza 0,5 – 1,2 cm. Rispetto
ad altre specie dello stesso genere le foglie presentano un largo sviluppo
al momento della fioritura.
I
fiori sono perlopiù solitari (infiorescenza
pauciflora) e penduli (raramente un fusto
fiorale porta 2 fiori). L'infiorescenza
di questa specie presenta la caratteristica di possedere una
spata
patente membranosa (che sovrasta il fiore).
Lunghezza della spata: qualche centimetro (3 – 4 cm).
Questa pianta, come frequentemente accade nelle
monocotiledoni (liliopsida),
non ha un
calice e una
corolla
distinti, per cui il
perianzio prende il nome di
perigonio, e i
sepali-petali
del calice-corolla, si chiamano
tepali, inoltre essendo di aspetto più corollino
che calicino si chiamano precisamente “tepali petaloidi”. I fiori sono
profumati (presentano una leggere fragranza) e sono
ermafroditi e
attinomorfi. La forma è quella di una campana
(da qui i vari nomi comuni).
-
Perigonio: il
perigonio è
petaloideo con 6
tepali, disposti in due serie concentriche (3
interni e 3 esterni – quindi due
verticilli), di colore bianco candido e tutti
lunghi uguali; all'apice presentano una macchia verde chiaro quasi
giallastra. Dimensione dei tepali: 1,5 – 2,5 cm.
-
Androceo: gli
stami
sono 6 (su due
verticilli anch'essi), epigini (sono inseriti
sopra l'ovario), e sono bianchi con
antere
gialle. Le
antere
(più lunghe dei
filamenti staminali filiformi) sono
basifisse,
ossia il filamento di sostegno s'inserisce alla loro base. Le sacche
polliniche delle
antere
si aprono per mezzo di fessure longitudinali.
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Gineceo: l'ovario
è
infero
triloculare; lo
stilo è bianco con
stigma verde, ingrossato e clavato (a forma di
clava).
-
Fioritura: la fioritura va da febbraio ad aprile secondo l'altitudine e
l'esposizione al sole del terreno. Un elemento importante per la precoce
fioritura della pianta è la fine dell'innevamento nelle varie aree
montane. In genere fioriscono un paio di settimane dopo i bucaneve (Galanthus
nivalis). In poche settimane si esaurisce
la fioritura, ma anche la pianta ha vita breve: infatti già alla fine di
maggio le foglie si accartocciano e ingialliscono e la pianta entra in
una fase di quiescenza con morte definitiva delle parti aeree,
sopravvivendo sottoterra all'aridità estiva. In Autunno i semi
incominciano a germogliare (dopo le prime piogge), ma la crescita rimane
bloccata per tutto l'Inverno fino alla Primavera con l'arrivo dei primi
caldi raggi del sole e dell'umidità prodotta dallo scioglimento delle
ultime nevi. Il botanico tedesco Friedrich Ludwig Emil Diels (1874-1945)
fu il primo che, studiando il ciclo vegetativo di questa pianta, si rese
conto delle sue strette correlazioni all'andamento del clima
mediterraneo.
-
Impollinazione:
anemofila, ma anche
entomofila (impollinazione incrociata, o
allogamia, da parte di diversi insetti, soprattutto
imenotteri).
Il
frutto consiste in una capsula
loculicida di colore verde e dalla consistenza
lievemente carnosa. Dimensione del frutto: 15 – 18 mm di diametro.
Distribuzione e
habitat
-
Geoelemento: la
corologia della pianta è relativa all'Europa
del sud (S-Europ.).
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Diffusione: la specie è diffusa in gran parte dell'Europa
meridionale: dai
Pirenei
fino alla
Romania;
ma anche in
Russia
sud - occidentale. In altre parti del mondo è stata introdotta dall'uomo
e quindi naturalizzata come ad esempio nell'America
del Nord. In
Italia
è presente solo al Nord (sull'arco alpino e pianura
Padana e veneto-friulana), meno frequente
sull'Appenino
Settentrionale, sulle
Alpi Apuane e nelle pianure alluvionali della
Toscana settentrionale, una stazione disgiunta
si trova nelle
Marche
centro-settentrionali. Viene considerata rara in quanto presenta una
distribuzione discontinua (anche se alcune colonie sono molto ricche) e
soprattutto con areali in continua contrazione (specialmente nelle aree
pianeggianti, dove i siti di crescita sono sotto la continua minaccia
legata all'antropizzazione del territorio).
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Habitat: questa pianta non è legata ad una particolare composizione
chimica del terreno, ma in genere predilige substrati piuttosto pesanti
(ricchi di humus), quindi luoghi in mezz'ombra (la specie è debolmente
sciafila), boschi umidi di latifoglie, ma
anche prati aperti e umidi (paludosi) oppure sulle rive dei canali o in
fossati.
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Diffusione altitudinale: dal piano fino a 1500
m s.l.m.
Foto riprese sui Colli
Berici
da Paola Polato
Fonti: Wikipedia |
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