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La Falsa ortica purpurea (nome
scientifico Lamium purpureum
Carl von Linné,
1753)
è una piccola pianta
erbacea perenne dai delicati fiori labiati color
rosa-porpora appartenente alla
famiglia delle
Lamiaceae.
Sistematica
Il
genere
Lamium
si compone di circa 40 - 50
specie
gravitanti nella maggioranza dei casi attorno al
bacino del Mediterraneo, una decina delle quali
vivono spontaneamente in
Italia.
La
famiglia delle
Lamiaceae è relativamente numerosa e comprende
258
generi con circa 6.970
specie.
Nelle
classificazioni più vecchie questa
famiglia viene chiamata
Labiatae.
La pianta di questa scheda fa parte della
sezione LAMIOPSIS; sezione caratterizzata
dall'avere il tubo
corollino
cilindrico e diritto, un anello di peli nelle fauci della
corolla
e delle
antere irsute.
Variabilità
Come altre
specie
dello stesso
genere, anche questa pianta è molto
variabile nella forma (bassa e prostrata e con
brattee più colorate in zone di aperta luce,
oppure alta e slanciata e più verde per catturare più luce in zone
ombrose) ma soprattutto nella colorazione dei fiori e delle
brattee
apicali che a volte possono essere estremamente arrossate.
Specie simili
Questa pianta, quando non è in fase di fioritura, può facilmente essere
scambiata per un'ortica
(anche se le due
specie
appartengono a
famiglie diverse:
Urticaceae è la famiglia per le “ortiche” vere).
La
specie di questa scheda si distingue soprattutto
per la sezione del
fusto:
quadrata nelle piante del
genere
Lamium,
circolare nelle “ortiche” vere e proprie. Mentre le foglie sono molto
simili: da qui il nome comune (“Falsa ortica”) derivato da credenze
antiche anche se naturalmente queste piante sono totalmente prive di peli
urticanti e quindi non pungono (da qui un altro nome popolare per questo
gruppo di specie: “Ortica morta”).
Nell'ambito dello stesso
genere la pianta di questa scheda è molto simile
alla
specie Lamium hybridum Vill. Quest'ultima
si distingue per la
corolla
rosa-pallido e per il
picciolo
delle foglie superiori allargato a cuneo.
Etimologia
Uno dei primi studiosi dell'antichità ad
usare il nome generico di questo fiore (Lamium) è stato
Plinio (Como,
23 –
Stabia, dopo l'8 settembre 79), scrittore e
naturalista latino, il quale ci indica anche una possibile
etimologia: questo termine discenderebbe da un
vocabolo
greco ”laimos” il cui significato è
“fauci – gola”. Ma potrebbe discendere anche da altre parole
greche: ”lamos” (= larga cavità), oppure
dal nome di una regina
libica
”Làmia”. In quest'ultimo caso il collegamento esiste in quanto le
mamme greche, per far star buoni i loro bambini, descrivevano questa
regina come un mostro capace di ingoiarli (come del resto fa il fiore di
questa pianta quando un
bombo
entra nel tubo
corollino
in cerca del nettare)[2].
Il termine specifico (purpureum) fa ovviamente riferimento al
colore dell'infiorescenza.
Il
binomio scientifico attualmente accettato (Lamium
purpureum) è stato proposto da
Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 –Uppsala,
10 gennaio 1778), biologo e scrittore svedese, considerato il padre della
moderna
classificazione scientifica degli organismi
viventi, in una pubblicazione del 1753.
In
lingua tedesca questa pianta si chiama
Acker-Taubnessel oppure Purpur-Taubnessel; in
francese si chiama Lamier rouge oppure
Ortie rouge; in
inglese si chiama Red Dead-nettle.
Morfologia
L'altezza della pianta oscilla fra i 10 e i 20 cm.
L'aspetto di questa pianta è erbaceo quasi
cespitoso. Il ciclo biologico è annuo
(eventualmente bienne). La forma biologica è
terofita scaposa (T scap), ossia sono piante
erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo
annuali, superano la stagione avversa sotto forma di
seme,
sono inoltre munite di asse fiorale eretto con poche foglie. Può essere
comunque considerata anche
emicriptofita scaposa (H scap). La pianta in
genere ha un odore sgradevole.
Radici
Le
radici sono del tipo a
fittone
a consistenza fibrosa.
Fusto
La
parte sotterranea del
fusto
(essendo una pianta annua) è assente; la parte aerea del
fusto
invece è eretta (o prostrato-ascendente), ramosa alla base e sub-glabra.
Il fusto
ha una sezione quadrangolare (è acutamente tetragono) a causa della
presenza di fasci di
collenchima posti nei quattro vertici, mentre le
quattro facce sono concave. Ai
nodi inferiori il
fusto
può radicare (emettere delle
radici). Può inoltre presentarsi arrossato.
Foglie
Le
foglie, tutte lungamente
picciolate, sono cuoriformi (o ovato-triangolari),
mentre l'apice è arrotondato. Lungo il
fusto
sono disposte in modo lasso (perlopiù il
fusto
è nudo) e opposto a due a due e sono prive di
stipole.
La superficie è
pubescente quasi
tomentosa, il bordo è grossolanamente dentato
(quasi
crenato) e sulla pagina inferiore sono presenti
delle evidenti nervature. Il colore delle foglie è verde scuro sulla
pagina superiore e tendente al rossastro in quella inferiore. Lunghezza
del
picciolo:
1 – 4 cm. Dimensione della lamina: larghezza 1 – 3 cm; lunghezza 1 – 4 cm.
Infiorescenza
L'infiorescenza
è portata in vari
verticilli ascellari sovrapposti lungo il
fusto.
Ogni
verticillo è composto da pochi fiori
sessili
disposti circolarmente a corona poggianti su due
brattee
fogliose (o semplicemente foglie più piccole rispetto a quelle lungo il
fusto).
Il portamento della spiga è tozzo in quanto i
verticilli sono densamente ravvicinati
specialmente verso l'apice del
fusto.
La forma di queste
brattee
è ovale-cuoriforme con
picciolo
ben definito, di colore rosso-vinoso e pubescenti o lanose sulla pagina
superiore. Le
brattee
del
verticillo seguente sono disposte in modo
alterno e sono sempre più piccole di quelle inferiori.
Fiore
I
fiori sono
ermafroditi,
zigomorfi (il
calice è
attinomorfo), tetraciclici (con i quattro
verticilli fondamentali delle
Angiosperme:
calice–
corolla
–
androceo –
gineceo) e
pentameri (calice
e
corolla formati da cinque elementi). Sono
inoltre
omogami (autofecondanti) e sono ricchi di
nettare. Dimensioni medie del fiore completo: 7 – 12 mm.
-
Corolla: i cinque
petali sono quasi completamente fusi (gamopetalo)
in una unica
corolla
formata da due labbra molto sviluppate. Il tubo è stretto e diritto. Il
labbro superiore (composto da due dei cinque
petali
concresciuti) ha la forma di un cappuccio
pubescente ben sviluppato e tutto intero; in
questo modo protegge gli organi di riproduzione dalle intemperie e dal
sole. Il labello (labbro inferiore composto dai tre
petali
rimanenti) è formato da un doppio lobo centrale anch'esso ben sviluppato
e piegato verso il basso per fare da base di “atterraggio” agli
insetti pronubi e da due lobi laterali
contratti terminanti in un piccolo dente. Le fauci sono circondate da un
anello di peli per impedire l'accesso ad insetti più piccoli e non
adatti all'impollinazione.
Le due labbra (quella superiore e quella inferiore) sono divergenti di
circa 45º. Il colore della
corolla
è purpureo-violaceo con macchie interne rossastre, soprattutto sui lobi
inferiori, che servono da guida agli
insetti pronubi. La dimensione della
corolla
generalmente è minore di 20 mm (dimensioni medie: 7 – 12 mm).
-
Androceo: gli
stami sono quattro (didinami
- due corti e due lunghi – quello mediano posteriore, il quinto
stame,
manca per abortimento) e tutti fertili. Il paio posteriore è più breve,
mentre l'altra copia è aderente al labbro superiore della
corolla
e sporge lievemente; tutti i
filamenti sono paralleli tra di loro. Le
antere hanno i lobi arrotondati a
deiscenza longitudinale; sono inoltre
conniventi. Le
antere hanno dei lunghi ciuffi di peli
biancastri e lanosi, mentre i due lobi sono staccati e sono di colore
rosso scuro.
-
Fioritura: da marzo a novembre. In zone ad inverni miti, questa pianta
fiorisce quasi tutto l'anno. Questo permette alle
api
la raccolta del nettare anche quando i fiori disponibili sono pochi, e
quindi di continuare la produzione del miele in tutte le stagioni.
-
Impollinazione: l'Impollinazione
è
entomofila ossia tramite insetti e in
particolare tramite il
Bombo,
ma anche
api.
In effetti la
corolla
di queste piante è sorprendentemente conformata alle dimensioni e
struttura dei
Bombi.
Quando questi insetti cercano di entrare nel tubo
corollino
per raggiungere i nettari (posti alla base dell'androceo)
con le loro vibrazioni scuotono le
antere poste all'interno del labbro superiore.
In questo modo fanno scendere e quindi aderire al loro dorso peloso il
polline della pianta. Visitando poi un altro
fiore, parte di questo
polline
andrà a cadere sullo
stimma provocando così l'impollinazione
e la successiva fecondazione. Questo senz'altro è uno dei più
interessanti mutui rapporti tra mondo animale e mondo vegetale per il
raggiungimento di reciproci interessi. È da aggiungere comunque che
qualora il tubo
corollino
si presentasse troppo stretto per prelevare il nettare, il
Bombo
allora si porta all'esterno del fiore e incomincia a rosicchiare la base
della
corolla
raggiungendo così alla fine, per una via non naturale, il suo obiettivo:
il nettare. In questo modo però si “rompe” il mutuo rapporto a favore
solamente dell'insetto; il fiore non verrà impollinato e rimarrà
sterile.
Frutti
Il
frutto
è una
nucula
acheniforme
(schizocarpo)
troncato all'apice; più precisamente è una
drupa
(ossia una noce) con quattro
semi
(uno per
ovulo derivato dai due
carpelli divisi a metà). Questo
frutto
nel caso delle
Lamiaceae viene chiamato “clausa”. Le quattro
parti in cui si divide il frutto principale, sono ancora dei frutti
(parziali) ma
monospermici
(un solo
seme) e privi di
endosperma. I
frutti
si trovano all'interno del
calice
persistente.
Distribuzione e
habitat
-
Geoelemento: il tipo
corologico (area di origine) è
Eurasitico o anche
Ovest Asiatico.
-
Diffusione: è una pianta come su tutto il territorio italiano (a parte
la
Sicilia).
Al sud comunque è più rara. In
Lombardia, si sviluppa e fiorisce prima della
fine dell'inverno, tra febbraio e marzo, ed è assai apprezzato dalle api
che si nutrono della primizia del suo polline. Muore rapidamente ai
primi caldi primaverili. Nel resto dell'Europa
la “Falsa ortica purpurea” è presente in tutte le valli e i rilievi
montani a parte le
Alpi Dinariche. Fuori dall'Europa
si trova in
Asia
occidentale e in
America del nord.
-
Habitat: l'habitat
tipico di questa specie sono gli orti, i vigneti e le zone ruderali;
facilmente può essere ritrovata tra i solchi dei campi a fine inverno -
inizio primavera. È considerata una pianta infestante; produce comunque
un danno minimo consistente in sottrazione di spazio alle colture e
impoverimento del terreno a causa dell'azoto
assorbito dalla pianta. Il
substrato preferito è sia
calcareo
che
siliceo con
pH
neutro-basico e alti valori nutrizionali del terreno (pianta nitrofila)
e valori medi di umidità.
-
Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare
fino a 1500
m s.l.m. (massima altezza rilevata: 2476
m s.l.m. al
Gr. S.Bernardo); frequentano quindi i seguenti
piani vegetazionali:
collinare,
montano e in parte
subalpino.
Foto riprese sui Colli
berici
da Paola Polato
Fonti: Wikipedia |
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