Ruta Patavina  

 Fumaria officinalis

   

 

 

 

 

 



 


 


La FUMARIA da tempo immemorabile viene utilizzata nella terapia delle affezioni epatobiliari. Scrive J. Valnet: «Non c'è da stupirsi che curando i bisbetici-epatìci appaia come un fattore di equilibrio e di serenità dato che favorisce il buon umore, quindi la longevità, neutralizzando la tristezza e la melanconia».

Nome comune: Fumaria
Francese: Fumeterre
Inglese: Fumitory

Famiglia: Papaveraceae
Parte utilizzata: la pianta intera

Costituenti principali:

  • flavonoidi

  • 0,3% alcaloidi {protopina o fumarina)

  • p. amari

  • acido fumarico

  • mucillagini

  • sali minerali

Attività principali: regolatrice del flusso biliare, (anfocoleretica); depurativo-diuretica;
spasmolitica.

Impiego terapeutico: piccola insufficienza epatica; acne, eczema; artritismo; trattamento
preventivo arteriosclerosi.

Si tratta, infatti, di una pianta a meccanismo anfocoleretico che aumenta cioè il flusso biliare insufficiente e lo frena quando è in eccesso mentre non agisce se non vi è necessità.

Uno studio effettuato presso un reparto di Gastroenterologia da Balmes e Dubois (1973) su un gruppo di venti pazienti, ha dimostrato che la somministrazione di Fumaria associata ad un riposo stretto e ad un regime atossico, ha portato ad un miglioramento dello stato generale, diminuzione
dell'astenia in caso di epatite, regressione e scomparsa dell'anoressia nei cirrotici, miglioramento delle sindromi emicraniche ed una tolleranza ottimale.

Roux e Coli, hanno sperimentato la Fumaria in soggetti affetti da disturbi intestinali cronici e di origine biliare.

Le modificazioni della motilità intestinale in rapporto
alla modificazione della coleresi e alla cronicità si traduce con la comparsadi diarrea acquosa se si instaura l'ipercoleresi e da costipazione se domina l'ipocoleresi.

Tale sintomatologia ha risposto in modo favorevole al trattamento con la Fumaria, in un lasso di tempo dì tre/quattro settimane.

Curiosità:

  • Già Mesuè, medico arabo dell'VIII-ÌX secolo, come riporta il Mattioli, annoverava la Fumaria tra «le medicine solutive benedette».

  • Il nome deriverebbe dall'odore di fumo o di fuliggine che l'erba sfregata emana.

Foto riprese sul Monte Cecilia - Colli Euganei
da Renato Trevisan

Fonti: Wikipedia - sito www.funghiitaliani.it