Ruta Patavina  

  Dactylorhiza maculata

   

 





 

 

 

 

 

 

 



 


 

 

Dactylorhiza maculata (L.) subsp. fuchsii (Druce) Hyl.

Sinonimi
Dactylorhiza maculata subsp. meyeri (Rchb. Fil.) Touray
Dactylorhiza meyeri (Rchb. Fil.) Aver.
Orchis fuchsii Druce

Tassonomia
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Liliopsida
Ordine: Orchidales
Famiglia: Orchidaceae

Nome italiano
Orchidea di fuchs
Orchidea macchiata

Etimologia
Il genere dactylorhiza deriva dal greco dactylos=dito e rhiza=radice, con riferimento alla forma dei tubercoli. Il nome della specie dedicato al botanico tedesco Leonard Fuchs.

Descrizione

Questa pianta, fondamentalmente glabra, è alta da 15 a 45 cm (massimo 70 cm). La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni

Radici

Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo, e si trovano nella parte superiore dei bulbi.

Fusto

  • Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi palmati ognuno più o meno profondamente diviso in più lobi o tubercoli (caratteristica peculiare del genere Dactylorhiza); il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione del fusto, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo.

  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, cilindrica e piena (non cava); la superficie è striata. Alla base sono presenti delle lunghe guaine (foglie radicali atrofizzate). È fogliosa fino all'infiorescenza. Nella parte alta può essere arrossata.



Foglie
Foglie lineari-lanceolate, disposte in modo alterno, con parte superiore fittamente maculate.

Fiori
Inflorescenza più o meno densa, allungata con numerosi fiori (fino a 50) di colore liliacino e corte brattee. Sepali laterali divergenti, il mediano connivente con i petali, labello profondamente trilobato, largo quasi piano, decorato di punti porpora o viola; lobo mediano dentiforme ben sviluppato, sperone tozzo, conico, curvato leggermente verso il basso.

Frutti

Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[6]

Periodo di fioritura
Maggio-Luglio

Territorio di crescita
Presente al nord ed al centro dell'italia.

Habitat
Boschi di latifoglie, scarpate su suoli preferibilmente calcarei.

Somiglianze e varietà
Dactylorhiza maculata (L.) Soò che si differenzia per il labello con i tre lobi della stessa grandezza, per lo sperone sottile ed orizzontale.
Dactylorhiza maculata (L.) Soò subsp. saccifera (Brongn.) Diklic che si differenzia per le brattee più lunghe dei fiori e sperone sacciforme.
 

Riproduzione

  • Impollinazione: impollinazione tramite insetti, specialmente bombi. Questi posandosi sul labello per raggiungere con la proboscide il nettare contenuto nel fondo dello sperone, si agitano e si sfregano contro il ginostemio (posto in questo momento sopra il loro corpo) che vibrando rilascia del polline che va a posarsi sulle pari pelose dell'insetto. Quando lo stesso insetto si posa su un'altra orchidea parte di questo polline rimane attaccato al retinacolo (posto nella zona centrale del ginostemio) per merito della sostanza vischiosa presente sulla sua superficie. È avvenuto così il trasferimento del polline da un fiore all'altro. A questo punto lo stigma (parte inferiore del ginostemio) rimane impollinato, si sviluppa quindi un budello pollinico che entrando nell'ovario feconderà l'ovulo[7].

La riproduzione di questa pianta avviene in due modi:


Foto a Gallio (VI) - Altipiano di Asiago
da Renato Trevisan

Fonti: Wikipedia - sito www.funghiitaliani.it