Il cappero (Capparis spinosa
L., 1753)
è un piccolo
arbusto
o suffrutice ramificato a portamento prostrato-ricadente. Della pianta si
consumano i boccioli, detti capperi, e più raramente i frutti, noti come
cucunci. Entrambi si conservano sott'olio, sotto aceto o sotto sale.
Tavola botanica
Il portamento è cespitoso, con fusto subito
ramificato e rami lignificati solo nella parte basale, spesso molto
lunghi, dapprima eretti, poi striscianti o ricadenti.
Le
foglie
sono alterne e picciolate, a lamina subrotonda e a margine intero, glabre
o finemente pelose, di consistenza carnosa. Il nome dato alla specie è
dovuto alla presenza, alla base del picciolo, di due stipole trasformate
in spine. Nella varietà inermis, la più comune, le stipole sono
erbacee e cadono precocemente.
I
fiori sono solitari, ascellari, lungamente peduncolati, vistosi.
Calice e
corolla sono tetrameri, composti rispettivamente da 4
sepali
verdi e 4
petali bianchi. L'androceo
è composto da numerosi
stami rosso-violacei, provvisti di filamenti molto lunghi. L'ovario
è supero, con stimma sessile.
Il
frutto è
una
capsula oblunga e verde, a forma di fuso, portata da un peduncolo di
2-3 cm, fusiforme e carnosa, con polpa di colore rosaceo. Contiene
numerosi semi reniformi, neri o giallastri, di 1-2 mm di dimensioni. A
maturità si apre con una fessura longitudinale. Comunemente i frutti sono
chiamati cucunci o cocunci.
Tassonomia
Secondo il
sistema Cronquist la
famiglia delle
Capparaceae appartiene all'ordine
dei
Capparales mentre l'Angiosperm
Phylogeny Group la assegna all'ordine dei
Brassicales.
Ciclo fenologico
La pianta entra in riposo durante i mesi
freddi. In piena primavera riprende l'attività vegetativa e fiorisce nei
mesi di maggio e giugno. La fioritura si protrae durante l'estate in
condizioni di umidità favorevoli e in tarda estate riprende d'intensità
per diminuire progressivamente al sopraggiungere dell'autunno.
Distribuzione
Il cappero è coltivato fin dall'antichità
ed è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo. È spontaneo solo su
substrati calcarei: nel suo ambiente naturale cresce sulle rupi calcaree,
nelle falesie, su vecchie mura, formando spesso cespi con rami ricadenti
lunghi anche diversi metri. È una
pianta eliofila e
xerofila
con esigenze idriche limitatissime.
Note colturali
Pur essendo una pianta rupicola, il
cappero trae vantaggio dalla coltivazione in piena terra e irrigato
moderatamente ha uno sviluppo più rigoglioso, producendo fiori da maggio a
ottobre. Si propaga per seme o preferibilmente per
talee.
La talea si esegue in estate, prelevando
un pezzo di 7-10 cm di un ramo legnoso di 2-3 anni d'età, quindi lo si
pone in una cassetta riempita di torba e sabbia. Per favorire la
radicazione è consigliato l’uso di polveri radicanti. Formatesi le radici,
si prelevano le piantine e si invasano singolarmente in vasetti di circa
10 cm di diametro.
La propagazione per seme è difficoltosa
dato che la germinabilità dei semi è molto bassa (5 - 10%) però questa può
aumentare qualora la semina venga eseguita nei mesi invernali (Dicembre -
Gennaio). Si semina in cassette, riempite di torba e sabbia, lasciate
all’aperto nel periodo estivo e riparate in autunno–inverno. Nella
primavera successiva si può trapiantare la nuova pianta direttamente nel
terreno o singolarmente in un vaso. La semina può avvenire anche
direttamente nelle fessure di muri a secco ben esposti al sole in autunno.
Occorre però inserire i semi in una manciata di muschio che proteggerà il
seme durante l'inverno e lo terrà umido, altra soluzione: inserire dei
semi dentro un fico maturo, inserendo poi il fico nella fessura del muro.
Le piantine nasceranno verso maggio-giugno.
Utilizzo
Culinario
Le proprietà aromatiche sono contenute
nei
boccioli del
fiore,
comunemente chiamati capperi. Utilizzati in
gastronomia da millenni, si raccolgono ancora chiusi e si conservano
in macerazione sotto sale o sotto aceto. I capperi sono solitamente usati
per aromatizzare le pietanze e si sposano bene con una grande varietà di
cibi: dalla carne, al pesce, alla pasta.
Il frutto, di sapore simile ma più
delicato del cappero, è detto cucuncio, cocuncio o capperone e si trova in
commercio sotto sale, sott'olio o sotto aceto. È usato tradizionalmente
nella cucina
eoliana per condire piatti di pesce. Gli eoliani usano anche dissalare
i cucunci o i capperi e consumarli al pari di una qualsiasi verdura, di
solito in insalata.
In ambito culinario vengono utilizzate
anche le giovani foglie come insalata, previa cottura per pochi minuti in
acqua bollente.
Foto
riprese sul M. Murale - Colli Euganei
Da Paola Polato, in diverse stagioni
Fonti:
Wikipedia
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