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Sinonimi Arum albispathum Steven ex Ledeb.-Arum provinciale Sommier ex Hruby
Tassonomia
Regno:Plantae Divisione:Magnoliophyta Classe: Liliopsida Ordine:Arales Famiglia: Araceae
Nomi italiano Gigaro chiaro, Pan delle bisce, Calla selvatica.
Etimologia Dal nome greco Aron proprio della pianta-Italicum dalla zona di nascita.
Descrizione Pianta erbacea perenne con tubero ovoide, alta fino a 100cm, con vistose
foglie verdi decorate che spuntano in settembre e sono svernanti.
Foglie Le foglie si sviluppano in autunno avanzato, con un lungo picciolo a
lamina sagittata o astata, venate di chiaro.
Fiori I fiori sono formati da uno spadice di 8/9 cm, portante fiori femminili e
maschili alla base, racchiusa in una brattea avvolgente, detta spata,
giallastra di 20/30cm. Lo spadice diventando scuro emana calore e un'odore
sgradevole che attira le mosche.
Frutti I frutti sono bacche prima verdi poi rosse molto velenose, che maturano a
fine estate.
Periodo di fioritura Fiorisce da Marzo a Maggio.
Territorio di crescita Diffusa in tutta l'area mediterranea, in tutta Italia fino al limite degli
800 mt.
Habitat Si può trovare nelle radure, siepe lungo i corsi d'acqua, luoghi umidi in
genere.
Somiglianze e varietà Arum maculatum il quale però ha foglie macchiate di scuro.
Specie protetta Non ci sono notizie di protezione della specie.
Costituenti chimici Sono presenti: cristalli di ossalato di calcio, aroina, varie saponine, un
glicoside dell'acido cianidrico.
Uso Alimentare Nel passato si utilizzava come commestibile il rizoma dopo l'essicazione,
pratica oggi caldamente sconsigliata per evitare avvelenamenti. Da cruda
provoca dolore nelle mucose della cavità orale, l'irritazione cutanea per
contatto è minore e di breve durata. Molte delle tossine sono termolabili,
inoltre con l'essicazione e la bollitura prolungata, si riduce in modo
significativo la pericolosità di questa essenza, è comunque sconsigliato
l'uso alimentare al fine di evitare avvelenamenti anche seri. Da cruda
infatti provoca infiammazioni nel tratto oro faringeo e comparsa di
vescicole sulle mucose con cui viene a contatto, abbondante salivazione,
nausea e vomito, forti e dolenti crampi addominali, alterazioni più o meno
severe di natura cardio circolatoria. Data l'enorme diffusione di questa
pianta e l'attrazione che esercitano i suoi rossi frutti, tra l'altro con
sapore gradevolmente dolciastro, sono abbastanza frequenti gli
avvelenamenti nei bambini che incautamente la ingeriscono.
Uso Cosmetologico Data la tossicità per contatto e per ingestione non trova impieghi
estetici.
Uso Farmacologico Data la tossicità per contatto e per ingestione non trova impieghi
terapeuti possibili.
Medicina alternativa e Curiosità Nonostante sia tossica in passato trovava un uso officinale e le parti
utilizzate erano le foglie ed il rizoma, come coadiuvanti nelle affezioni
delle prime vie respiratorie. Arum italicum ha una ricca tradizione
etnofarmacologica: nel corso della storia ne sono state, di volta in
volta, indicate le proprietà aperitive, antiasmatiche, antitussive, contro
le emorroidi, contro i polipi del naso, nelle ferite che danno problemi di
cicatrizzazione e nelle bruciature. Questa tradizione nel tempo è decaduta
e i tossici contenuti nella pianta giustificano il completo abbandono di
questa essenza. Tuttavia, anche oggi, in alcune regioni del nostro paese
(Toscana, Lucania, Casentino), le popolazioni continuano ad usare radici e
foglie fresche come rimedio topico nelle ferite e nelle ustioni, senza
peraltro valutare i rischi prima indicati. Sono sicuramente usanze che
devono essere definitivamente eradicate.
Note Nel 1700 le radici pestate venivano usate come amido per i colletti. Le
popolazioni contadine della mia zona raccoglievano le foglie e facendole
bollire le usavano come sgrassante e candeggiante della biancheria.
Interessante è il ruolo che Arum italicum può rivestire nella
Fitorimediazione: una tecnologia innovativa ed ecosostenibile che prevede
l' utilizzo di specie vegetali per rimuovere, contenere e degradare gli
inquinanti di natura organica ed inorganica dal suolo. In particolare lo
studio della flora spontanea presente in siti naturalmente inquinati, per
esempio i siti minerari di antica storia come quello del Bottino, in
provincia di Lucca, sottolineano come alcune specie, fra cui l' Arum
italicum, presentano concentrazioni di zinco decisamente alte, tali da
rendere queste piante utili a fini disinquinanti. Nell'antichità si
riconoscevano poteri magici a questa pianta che veniva seccata e
conservata in sacchetti che svolgevano le funzioni di prodigiosi amuleti
contro il malocchio
Foto riprese sul Monte Cecilia
- Colli Euganei
da Renato Trevisan
Informazioni ricavate dal
sito www.funghiitaliani.it |
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