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EtimologiaIl nome del genere (Arnica)
potrebbe derivare da una alterazione del tardo-latino ptàrmica, a
sua volta derivato dal greco ptarmikos (starnutatorio) con
allusione alle proprietà starnutatorie connesse con l’odore della pianta.
Altri autori però preferiscono partire dalla parola greca arnakis
(pelle di agnello) facendo riferimento alla delicata tessitura delle sue
foglie. MorfologiaLa forma biologica della pianta è definita emicriptofita rosolata: ossia pianta erbacea, perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla neve (emicriptofita); inoltre tali piante hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale (rosolata). RadiciDa rizomi con radici filiformi (fibrosi) a tendenza orizzontale, troncati e nerastri. Fusto
Foglie In questa pianta sono presenti due tipi di foglie: quelle basali e quelle cauline.
InfiorescenzaL’infiorescenza presenta dei capolini normalmente solitari, o al massimo 2-3 su rami opposti. Lo scapo fiorale è vischioso. L’involucro presenta fino a 3 serie (normalmente una) di squame lanceolate e villose (altrimenti chiamate brattee involucrali) di lunghezza inferiore a quella dei fiori ligulati; anche questo è lievemente vischioso. FioriI fiori nell’insieme sono larghi 5–8 cm. Il ricettacolo è piano o lievemente concavo. I capolini (come in tutte le Asteraceae), sono composti da due parti :
FruttiI frutti sono acheni, di colore bruno-nerastro, pubescenti e rugosi sormontati da un piccolo pappo piumoso giallastro. La moltiplicazione avviene per divisione dei cespi in primavera o in autunno, oppure per seme (il frutto achenio). Distribuzione e habitatL'Arnica montana è endemica in
Europa,
dalla
Penisola iberica alla
Scandinavia e ai
Carpazi.
È assente dalle
Isole Britanniche ed è relativamente rara in
Italia.
Cresce in terreni poveri (pascoli magri, brughiere e torbiere alte) e
silicei (substrato acido); in zone montane da 500 a 2500
m s.l.m. È assente in pianura.
Foto riprese sul sentiero
Cima Larici-Bocchetta Portule Fonti: Wikipedia |
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