Ruta Patavina  

   Aristolochia clematitis

   

 

 

 

 



 


 

 

Aristolochiaceae

Aristolochia clematitis L.

Strallogi, aristolochia gialla, erba astrologa.

Forma biologica: Geofita radicigemmata (Piante con organi perennanti sotterranei che portano le gemme da cui, ogni anno, si riforma la parte aerea).

Descrizione: Pianta erbacea perenne, dotata di rizoma strisciante al suolo, altezza 20 cm - 1 mt., il fusto eretto mostra un andamento un po’ a zig-zag.
Le foglie ovato cordate, cuoriformi, con lunghi piccioli mandano un odore sgradevole.
Fiori gialli tubolari, peduncolati, a forma di pipa, ingrossati alla base, da 2 a 8 all’ascella delle foglie.
Frutti, capsule ovoidali, penduli, molto grossi rispetto alla pianta, fino a 3 cm di diametro.

Fioritura Aprile - Maggio

Distribuzione: Europa, zone mediterranee.

Distribuzione in Italia: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia; assente nelle isole.

Habitat: Margini dei fossi, argini dei canali, negli incolti, nei vigneti, predilige i terreni calcarei.

Etimologia:Il nome del genere deriva dal greco "áristos" = "ottimo", "lochèia" = "parto", si riteneva efficace per i travagli e le infezioni del parto; poichè la pianta spesso si sotiene su altre piante, il nome specifico si collega alle clematidi.

Proprietà ed usi: Molte specie di Aristolochia erano già note nell’antichità ed impiegate per la loro azione stimolante, per accelerare il parto ed alleviare i postumi ed usato come emmenagogo.
Dal XVIII secolo le aristolochie sono state utilizzate nelle campagne per le loro proprietà astringenti e vulnerarie.
Teofrasto ci tramanda che la pianta veniva usata per trattare disordini uterini,morsi dei serpenti e ferite. Anche gli indiani d’America la usavano contro i morsi dei serpenti e le febbri.
Questi usi erano basati sulla dottrina dei segni, come la forma del fiore simile all’utero o al serpente.( Cosa che si riscontra anche per altre piante usate nell’antichità)
In realtà è una pianta medicinale, ma tossica e capace di procurare aborti, avvelenamenti, tachicardia, nausea ,convulsioni,degenerazione del fegato e anche la morte per arresto respiratorio.
Il principio attivo è l’acido aristolochico, che in seguito ad esperimenti fatti sui roditori, è risultato altamente cancerogeno.
In alcuni stati, come la Germania, tutti i prodotti a base di Aristolochia sono stati proibiti e tolti definitivamente dal commercio, per la riscontrata tossicità e pericolosità.


Curiosità: I fiori giallo oro e l’odore particolare della Aristolochia sono una trappola per gli insetti, i quali entrati nelle corolla, a forma di pipa, scivolano su di un rivestimento ceroso che si trova all’interno e poi una barriera di peli impedisce loro di risalire all’esterno. Quando poi, il fiore appassisce, gli insetti prigionieri, ricoperti di polline, si liberano, assicurando così
l’impollinazione.

Foto riprese sul Monte Cecilia - Colli Euganei
da Renato Trevisan

Fonti: sito www.funghiitaliani.it