Ruta Patavina  

  Amorpha fruticosa

   

 

 

 

 



 


 

 

L'amorfa fruticosa (Amorpha fruticosa L.) è una pianta della famiglia delle Fabaceae, Leguminose.

La pianta ha portamento arbustivo, foglie composte imparipennate, simili a quelle della robinia, con la quale viene confusa, e fiori abbondanti, di colore violetto e ricchi di polline, riuniti in racemi terminali.

Pianta di origine nordamericana, si è acclimatata molto bene in Italia, tanto da occupare svariati ambienti, e diventare talvolta infestante. Vegeta bene in luoghi soleggiati, sopporta bene il freddo. I frutti sono piccoli legumi. È una pianta tintoria e mellifera.

L’Indaco bastardo è un arbusto originario delle regioni orientali degli Stati Uniti d’America. È diffuso nelle
foreste alluviali e nei terreni incolti, nelle piantagioni e nelle cave. In Svizzera è coltivato come pianta
ornamentale e lo si trova, localmente naturalizzato, in particolare a Sud delle Alpi.

Caratteristiche
Arbusto (4-6m) con fusti e piccioli glabri o scarsamente pubescenti, foglie brevemente picciolate,
imparipennate, composte di 5-17 paia di foglioline ovali o lanceolate, lunghe da 1 a 6 cm, a bordo intiero e
punta eretta, brevemente picciolate, con puntini sparsi sulla pagina inferiore. I fiori sono raggruppati in racemi
densi, eretti, brevemente peduncolati, siti all’estremità dei rami. La corolla è violetta, lunga da 4 a 6mm, senza
ali né carena (questo carattere è presente sono in questo genere delle leguminose). Il frutto è un legume
ghiandoloso, spesso curvato, lungo da 6 a 9 mm.
Possibili confusioni
L’Indaco bastardo può essere confuso con i giovani individui e i rigetti di robinia (Robinia pseudoacacia). Per
distinguerlo valgono i seguenti caratteri: la robinia è spinosa e le infiorescenze sono bianche e cadenti; il fusto
dell’Indaco bastardo è peloso.
Habitat
Amorpha fruticosa è una specie termofila dell’orizzonte collinare, dove cresce lungo i corsi d’acqua e nelle cave.
Di norma evita i suoli a umidità variabile. La sua presenza è spesso è legata alle successioni secondarie degli
ecosistemi. È coltivata come pianta ornamentale e per il consolidamento delle rive di corsi d’acqua: sovente,
come è avvenuto nel Ticino meridionale, si naturalizza. È abbastanza frequente lungo gli affluenti del Po, fino a
600 m di quota.
Distribuzione
è considerata invasiva. in Europa occupa grandi estensioni lungo i fiumi
dell’Italia settentrionale, ma è sub-spontanea e localmente invasiva anche nella Ex Jugoslavia, in Ungheria, in
ampie regioni dell’Europa dell’Est e in Giappone. In Svizzera la si trova occasionalmente allo stato subspontaneo,
naturalizzata o addirittura invasiva, a Sud delle Alpi.

Biologia e riproduzione
I semi sono trasportati dalle acque ma si osserva anche una forte rigenerazione a partire da frammenti di rami
e di radici. La presenza di retenone (una sostanza insetticida) limita gli attacchi dei parassiti.

Pericoli
Persone: nessun problema diretto
Agricoltura: una gestione regolare impedisce l’insorgere di problemi
Natura: può diventare dominante nelle foreste alluviali con influenza antropica, portando alla scomparsa delle
comunità vegetali indigene, in particolare in condizioni eutrofiche. Può invadere anche le foreste alluviali intatte,
ma i meccanismi di questa colonizzazione non sono per ora noti. Grazie alla simbiosi con batteri del genere
Rhizobium l’Indaco bastardo è in grado di fissare l’azoto atmosferico e quindi modifica i livelli trofici dei suoli
colonizzati.

Foto riprese sul Monte Ceva - Colli Euganei
da Paola Polato
e su Delta del Po - FE
da Renato Trevisan

 

Fonti: Wikipedia  sito www.cps-skew.ch