Ruta Patavina  

Ailanthus altissima

   

 

 

 

 

 

 

 

 



 


 

 

Ailanthus altissima (Mill.) Swingle

Sinonimi
Ailanthus altissima var. sutchuenensis (Dode) Rehder & Wilson
Ailanthus cacodendron (Ehrh.) Schinz & Thellang
Ailanthus giraldii Dode
Albonia peregrina Buc'hoz
Ailanthus peregrina F. A. Barkley
Pongelion cacodendron (Ehrh.) Degen
Ailanthus glandulosa Desf.
Toxicodendron altissimum Mill.

Tassonomia

Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Sapindales
Famiglia: Simaroubaceae

Nome italiano
Ailanto, Ailante, Albero del paradiso, Sommacco comune, Sommacco americano, Falso sommacco.
Nomi locali: Summaccu arboriu, Summaccu amiricanu (Sicilia); Merda da gatt, Spassarott (Lombardia); Rus (Veneto); Altón, Tocaciél, Paradìs, Alber che pussa (Marche); Nuxi burda (Sardegna); Verna dëř Giapun, Ilant, (Piemonte)

Etimologia
Il nome generico Ailanthus venne introdotto dal botanico francese René Louiche Desfontaines (1750-1831) ed è una latinizzazione del termine (pronunciato all'incirca come ail-anto) con cui, secondo Georg Eberhard Rumphius (botanico tedesco del XVII sec.), gli indigeni delle Molucche chiamavano una specie affine a quella in esame, e che significava "albero del cielo", in riferimento all'altezza che poteva raggiungere - "L’Arbor Cœli de Rumphius, Hort. Amboin., que les Indiens appellent Ailanthe dans leur langue, est une espèce qui nous paroît appartenir au genre que nous venons de décrire; c’est pourquoi nous avons conservé cette denominacion pour nom générique." [René Louiche Desfontaines, Mémoire sur un noveau Genre d’Arbre, Ailanthus glandulosa, l’Ailanthe glanduleux, Mém. Acad. Paris. (1786): 265, pl. viii] - trad.: "L’Arbor Cœli che Rumphius descrive nel suo Herbarium Amboinense e che gli Indiani, nel loro idioma, denominano Ailanto, è una specie che a noi sembra appartenere al genere che ci accingiamo a descrivere: questa è la ragione per cui abbiamo conservato tale appellattivo come nome generico".
"Ailanthi nomen clariss. Renatus L. Desfontaines, qui hoc genus antepenultimo anno in Actis Parisinis stabilivit, ab altera ejusdem videlicet generis specie apud Amboinenses teste Rumphio Aylanto i. e. Arbor Cœli nuncupata, mutuatus est" [L’Heritier, Stirp. nov. (1784), 6: 179] - Trad.: "Il nome Ailanthus, che l’illustrissimo R. L. Desfontaines ha fissato per questo genere negli Atti di Parigi due anni prima* della loro pubblicazione, è stato preso in prestito da quello di un’altra specie, indubbiamente del medesimo genere e che, come ci testimonia Rumphius, veniva denominata Aylanto, cioè “Albero del Cielo”, presso gli Amboini" (Ambòini era il nome con cui, a quel tempo, venivano chiamati gli abitanti delle Molucche - dall'isola di Ambon).
L'epiteto specifico altissima fa sempre riferimento all'altezza che può raggiungere questa pianta. Il vecchio epiteto glandulosa, che Desfontaines aveva attribuito a questa specie, era invece riferito alle ghiandole che si trovano all'apice dei dentini basali dei singoli elementi delle foglie (imparipennate).

*
La descrizione del genere avvenne nel 1783; la prima pubblicazione, nelle Mém. Acad. Paris., avvenne 3 anni dopo, nel 1786; la pubblicazione degli atti avvenne nel 1788; per cui L'Heritier [Charles Louis L'Héritier de Brutelle (1746-1800), botanico francese] era ben informato, già dal 1784, sui tempi in cui si sarebbero susseguite queste pubblicazioni.

Descrizione
Pianta dioica (ma di rado anche poligama - cioé presenza, in uno stesso esemplare, di fiori unisessuali, in questa specie generalmente maschili, e di fiori ermafroditi) spiccatamente pollonifera e dalla rapida crescita, che può superare i 25 m d'altezza; portamento elegante, chioma densa e molto ramificata.
Fusto eretto e slanciato, corteccia di colore grigio-brunastro chiaro, striata longitudinalmente, fessurata; rami più annosi glabri, quelli più giovani finemente tomentosi.

Foglie
Maleodoranti, lunghe fin oltre 70 cm, picciolate, alterne, imparipennate con numerosi segmenti (11-31 o anche più); lamina delle foglioline 5-13 x 2,5-6 cm, da ovata a oblunga o lanceolata, acuminata all'apice, a margine intero con, alla base, 1-3 (4) denti portanti ciascuno una ghiandola apicale; pagina superiore di colore verde intenso, quella inferiore più chiara per fine tomentosità.

Fiori
Attinomorfi, pentameri (di rado anche esameri), quelli maschili riuniti in grosse (10-25 cm di lunghezza) pannocchie multiflore terminali densamente ramificate, quelli femminili in pannocchie pauciflore (si è rilevato che mediamente una inforescenza femminile porta 1/4 del numero dei fiori di quella maschile); perianzio 5-7 mm di diametro; calice a sepali liberi, brevi (0,8-1,6 mm), lanceolati o subtriangolari, acuti; corolla con petali di colore giallo-verdastro chiaro; fiori maschili molto odorosi, con 10 stami, a volte portanti anche i rudimenti del gineceo abortito; fiori femminili spesso con 2-3 staminodi, gineceo formato da 5 carpelli liberi monospermi; fiori ermafroditi come i fiori femminili, ma con 2-3 (5) stami fertili.

Frutti
Polisamara costituita da 1-5 samare (teoricamente una per carpello di ciascun fiore pistillifero) lunghe 3-5,5 cm, di colore rossastro, spesso persistenti tutto l'inverno; ognuna di esse contiene un seme ovoidale posto in posizione ± centrale.

Periodo di fioritura
Giugno-luglio.

Territorio di crescita
Specie originaria della Cina e delle Molucche.
Importata in Italia attorno al 1770, si è naturalizzata in tutte le regioni.

Foto riprese sul Monte Gemola - Colli Euganei
da Renato Trevisan

Fonti: Wikipedia - sito www.funghiitaliani.it